Magazzino di July, 2004

Welcome to Techuana

…che non è il paesello messicano dove, secondo Manu Chao, si va avanti a tequla, sexo i marijuana ma più prosaicamente un campo scout austriaco nella regione della Carinzia.
Il sottoscritto va a fare servizio al campo dei lupetti del Reggio Emilia 2, quindi per un po’ niente aggiornamenti.

Servicing web queries since 1960

Come appariva Google nel 1960

La danza della distruzione

Il primo EP di Cat Martino è una esplosione di archi, violini e violoncello accompagnati da chitarre pungenti e ruggenti. La voce di Cat si fa strada potente e affascinante nella musica, in un mix di elettronico e organico che rende di ogni canzone un piccolo gioiello.
Aspettiamo il seguito.

L’albero di tutte le cose

(attenzione: contiene alcuni spoiler sul mondo di Uru)

Arrivato il cofanetto di The Path of the Shell non ho potuto esimermi dal ritirarmi in eremitaggio un paio di giorni per giocarlo in full immersion. Giocare forse non è il termine adatto, in mancanza di un termine polivalente come l’inglese play; il gioco di Uru non sono solo gli enigmi e gli indovinelli e gli apparati meccanici, ma anche l’interpretare una parte, una rappresentazione gigantesca in cui gli D’ni e le loro Ere sono reali e noi siamo davvero esploratori che camminano per questi mondi abbandonati da oltre due secoli alla ricerca di segreti nascosti.

Per citare RAWA (che nella grande rappresentazione interpreta, ma non è, il dr. Watson) :

As far as the DRC are concerned, D’ni is real. It isn’t a matter of them pretending it’s real. The DRC members and their restoration teams work there (nearly) every day. They know it is real, so they don’t have any problems refering to it as a real place.

Sono sette anni che giro per le mura rocciose di D’ni, da quando alcune immagini sbiadite provenienti dall’isola di Rime e, soprattutto, quella di un grande albero hanno acceso la mia immaginazione come solo un’altro mondo e un’altra storia opere dell’ingegno umano hanno saputo fare in precedenza. Da quel momento ho saputo che D’ni non era solo una grandiosa storia narrata dai fratelli Miller: era reale.

Della storia travagliata di Uru, della dipartita della parte Live e di come quella offline nemmeno dovrebbe esistere non parlerò: fiumi di inchiostro elettronico sono già stati sparsi a riguardo. Ciò che è da evidenziare è che, nel bene e nel male, Uru/Mudpie si è creato durante gli anni uno strascico di trame e sottotrame che non basterebbero 120 expansion pack a coprire; la prima espansione, To D’ni, a malapena ricuciva gli strappi lasciati dalla repentina chiusura del Prologo e del DRC.
The Path of the Shell quindi compie un altro piccolo miracolo nella storia di Uru: ignora quasi completamente tutte le grandi trame aperte in precedenza ma porta invece avanti una storia che inizia, si sviluppa e finisce all’interno dell’espansione. La parte riguardante Yeesha è sempre vaga e lascia aperte molte possibilità ma, a differenza della fine di Prime, il giocatore/esploratore è soddisfatto alla fine di TPotS perché sa cosa doveva fare, sa come l’ha fatto e soprattutto sa perché l’ha fatto. Niente “You don’t need to understand it now”. Alleluja!
Non mi stupirei se To D’ni e TPotS riuscissero a rinverdire l’interesse verso Uru che, con le due espansioni a dargli manforte, merita davvero il titolo di capolavoro mancato che gli è stato affibbiato nei forum.
Soprattutto TPotS mostra uno scorcio su ciò che Uru Live davvero prometteva: non una pompata chat room in 3d ma una serie di storie in continuo fiorire e collegate tra loro in un mondo che cambiava e si evolveva.

Passiamo ora al gioco vero e proprio. Si inizia con un nuovo dono di Yeesha: sei libri di profezie ed un libro di collegamento verso un santuario di nome Rolep, entrambi legati alla figura profetica dell’Osservatore. E guarda guarda chi si rivede, il nostro vecchio amico Kadish! A quanto pare il nostro, prima di morire, è riuscito a farsi il nome di una figura messianica dotata di poteri eccezionali, non ultimo quello di poter scrivere libri che viaggiano nel tempo. Ma è davvero così?
Questa è la parte Yeesha della storia: provare che Kadish è un impostore e che Yeesha è il vero Coltivatore della leggenda. La differenza con la storia di Uru è che allora c’era solo Yeesha, che ti diceva fai questo e fai quello, e tu ti chiedevi perché cavolo non se lo potesse fare da sola. Non c’era alcun antagonista.
Kadish invece, senza nemmeno apparire di persona, entra di diritto tra i migliori villain che abbiano mai popolato l’universo di Myst. Un impostore, un megalomane, un uomo che usava inganni e menzogne per spingere la popolazione al suo favore; eppure anche un genio della tecnica, della meccanica, dell’arte e della architettura, una mente eccezionale e sopraffina, un misto curioso di intenti nobili e sviati.
Ricorda qualcuno?
Proprio come Gehn, Kadish è una di quelle figure carismatiche che ti fa dire “se non avesse questo difetto sarebbe migliore di Atrus, Catherine, Yeesha e tutti i buoni della serie”. Non è difficile pensare a Kadish come al personaggio preferito di qualcuno.

E qui entra in gioco la prima ricompensa, se così vogliamo chiamarla, quella cerebrale: risolvendo il segreto di Ahnonay ed Er’cana, le due Ere in cui il Maestro di Gilda ha riversato il suo ingegno, e percorrendo sino alla fine il Sentiero della Conchiglia l’esploratore dimostra a sé stesso di essere intelligente quanto e più di Kadish stesso.
Kadish, da oltre la morte, ci offre un enigma, una partita a scacchi; noi, accettando la sfida e muovendo i nostri pezzi, impariamo a rispettare la genialità del nostro nemico, senza scordare che stiamo pianificando la sua sconfitta.

C’è poi la parte non-Yeesha della trama, che si svolge sugli stessi binari ma offre la motivazione concreta per muovere l’esploratore: l’accesso al grande albero di D’ni, la prima immagine di Uru apparsa agli esploratori e, simbolicamente, l’ultima ad apparire all’interno del gioco.
E il grande albero a sua volta consentirà un breve ritorno all’inizio simbolico di tutta la saga, chiudendo un ennesimo ciclo.
It’s an interesting cycle, this coming and going…

Parliamo ora delle due Ere principali.
Ahnonay è un mondo scritto da Kadish stesso per dimostrare i suoi poteri di manipolazione del tempo; si tratta di una placida isola rosata popolata da strani granchi tripodi e il cui mare è attraversato da fortissime correnti, raggiungibile solo tramite un libro sito in un tempio. Ma perché non un collegamento diretto da Rolep? Forse il viaggio nel tempo è ancora attuabile ora che Kadish è morto? La soluzione all’enigma, come in tutti i giochi di Kadish, è evidente e nascosta al tempo stesso…
Er’cana invece è un mondo dedicato all’agricoltura; in un canyon sito sul letto di un antico fiume troviamo un grandioso complesso industriale di cui Kadish è stato l’architetto.
In entrambe le Ere ci troviamo di fronte sia a splendidi ambienti esterni che a grandi costruzioni meccaniche, il distintivo marchio di fabbrica delle creazioni D’ni. I fanatici di spazio 1999 saranno particolarmente entusiasti della sala di controllo di Er’cana!

TPotS, purtroppo, non è però esente da difetti - con la scusante che è stato trasformato da materiale Live a single player, completato, testato e rilasciato nel giro di tre mesi. Alcuni bug fastidiosi appaiono con alcune configurazioni video, costringendo ad uscire e rientrare nel gioco per poter andare avanti (posso però dire che ho finito il gioco senza incappare in alcuno di essi), alcune texture non sono così perfette e, soprattutto, alcuni tempi di attesa vi faranno odiare ardentemente il numero dell’Osservatore… Questa vignetta di Mysterium House riassume alla perfezione la situazione.

I pregi, però, compensano di gran lunga i difetti e vi ritroverete a girare per le Ere di Uru anche dopo aver completato il gioco alla ricerca di tutti i piccoli indizi e regali che Yeesha - e la Cyan - hanno lasciato in giro per l’esploratore ed il fan appassionato.

L’installazione di TPotS per gli italiani converte Uru necessariamente in inglese, essendo l’espansione localizzata solo in francese e tedesco. Se non temete la lingua albionica, TPotS è sicuramente un acquisto must. Se invece siete nuovi del mondo di Uru consiglio l’acquisto di Uru Complete Chronicles, che vi farà risparmiare qualche soldino rispetto ai due giochi comprati separatamente e vi eviterà alla radice eventuali problemi di installazione dell’espansione sopra al gioco originale.

Voto complessivo: 9,2/10

Musical displacement

Le mie due copie di A distant bell sono uscite dai magazzini di CD Baby il 9 luglio (10 giorni per rifornire lo stock, notevole). Fortuna che c’è il player online dell’album per ingannare l’attesa. (Già che siamo in tema, c’è pure quello dei Kings of convenience, courtesy of Bubbo; quante lettere minatorie mi prenoto dicendo che, però, questi due acusticandi non riescono a prendermi del tutto?)
Il dilemma è “ora che me ne faccio della copia che avevo comprato per il bidonaro?”

Tornando a noi, cd in ritardo e sortita a Roma annullata, provo il tutto per tutto e cerco di interessare un amico senese alla tappa di Monteriggioni. Sorpresa sorpresa, la proloco di Monteriggioni non sa nulla del suddetto concerto e, alle varie persone che come me han chiamato per informazoni, han detto che probabilmente c’è un errore.
Errore che evidentemente non è stato fatto notare ai Chieftains, visto che nella loro scaletta ufficiale di viaggio Monteriggioni compare eccome, insieme ad annessa prenotazione in albergo quattro stelle.

Ciliegina sulla torta, una ricerca su Google di “chieftains” e “16 luglio” ha portato al seguente risultato: “ore 21.30, Castello di Donnafugata, Ragusa”.
Dalla Toscana alla Sicilia senza accorgersene, un displacement mica da ridere.

Fool me once shame on you, fool me twice shame on me

Il vecchio adagio inglese, che ha un vago corrispondente italiano nel famoso perseverare diabolicum, come tutti i proverbi reca in sé una profonda e amara stilla di verità.
Come il me generico che pronuncia la frase del titolo io mi sono fidato una seconda volta. Shame on me, quindi. Me lo merito.

Probabilmente non stai leggendo queste righe. Forse starai anche ridendo di me. Spero che ti dia la soddisfazione che cercavi.

Chieftains update

Finalmente qualche informazione online sul concerto romano…
Laghetto di Villa Ada, apertura ore 20, inizio concerto ore 22, prezzo € 12.

Epperò la sfiga ha colpito ancora. Stay tuned per la nuova puntata della telenovela…

Problemi tecnici di Telecom

Oggi mamma Telecom mi ha convenientemente disconnesso dalla rete per un lasso di tempo imprecisato (me ne sono accorto a metà di un film perché stavo controllato su imdb chi fosse uno degli attori), quindi tutti i miei siti sono andati temporaneamente down, tranne quei pochi che hanno un mirror su TerreDiConfine.

Ci scusiamo per l’interruzione e torniamo adesso alla nostra programmazione regolare.

Tempistiche

…alias ‘lassù qualcuno mi odia’.

- Della sessione fotografica già parlai

- Ricordate ‘A distant bell’? Ricordate che l’ho comprato da CD Baby il giorno che è uscito? Beh, il giorno dopo è stato aperto lo shop sul sito della Lavelle, e chi l’ha comprato lì ha già ricevuto il CD, autografato e con una cartolina di ringraziamenti. Ora, costava così tanto avvertire gli europei di aspettare un giorno prima di comprare? Eh?

- Uru: The path of the shell, inizialmente sembrava uscisse in Italia. Poi no. Poi l’ho preordinato sullo shop della Ubisoft UK: sembrava un buon affare, con le spedizioni gratuite. Il giorno dopo (aridaje) si scopre che sarà disponibile anche per il download il giorno stesso dell’uscita dei negozi. E qualcuno in Francia ce l’ha già.

Qualcos’altro che deve arrivare in ritardo? :)

Grigio2

Ora non è più grigio, si è schiarito, è uscito il sole, sarebbe perfetto.
Come volevasi dimostrare, adesso il soggetto delle riprese è irreperibile (non sto a spiegarvi perché per un minimo di ritegno verso la sua persona) e prima che torni tra noi sarà già buio.

Nel mentre sono andato a vedere la mostra collettiva del corso base 2002 del mio circolo fotografico, che resta aperta sino alle 23 di stasera al Buco Magico; molto bella nonostante l’accavallarsi di temi diversi (ad ogni persona erano concesse 5-6 foto).
Peccato che sia dovuto fuggire per andare ad incontrare la suddetta persona irreperibile…

Grigio

E` un mese che c’è il sole. Cielo azzurro limpido, poche nuvole morbide e bianche. Caldo, vabbè, ma non è questo che ci interessa. Comunque, per un mese ci sono state le condizioni ideali per il tipo di foto che volevo fare. Però la vita si è messa, come al solito, in mezzo: prima mancava il tempo da parte mia causa esami, poi mancava il soggetto da fotografare causa vacanza e impegni.
Alla fine ieri pomeriggio ci accordiamo: facciamo le foto subito o domattina.

Conoscendo la mia sfiga cronica ero pronto a dire “Subito!” quando mi sono ricordato che, pochi minuti prima, mio padre mi aveva già precettato per aiutarlo in un altro lavoro, come al solito senza specificare gli orari precisi ma un generico “più tardi”. La sfiga era già in moto.
Con riluttanza, e memore degli eventi della volta precedente (due minuti prima sole, tiro fuori la macchina fotografica, due minuti dopo pioggia) mugugno un “Domattina, 9.30″ e imploro tutti i pantheon a mia disposizione perché non venga a piovere.

Il circolo però non poteva chiudersi così facilmente. Per tutto ieri sera la gente in chat non faceva altro che gufare (”Com è il tempo da voi?” “Ah, qua c’è un po’ d’arietta.” “Potrebbe anche venire a piovere, sai?”) ; ancora una volta promisi stragi e vendette in caso di pioggia.
Poi andai a dormire, mi svegliai alle otto stamattina, guardai fuori dalla finestra e….

Che dire? Me l’ero cercata. Non era venuto nero. Non era venuto a piovere.
Grigio. Piatto, orrendo, triste, uniforme grigio. Grigio fin dove l’occhio può vedere. Grigio che alle nove di mattina sembra di essere in un tardo pomeriggio d’autunno. Grigio che per leggere un libro in camera mia con le imposte spalancate ho bisogno di accendere il lampadario.
Grigio che, più prosaicamente, mal si adatta alle foto sature con sfondo di cielo azzurro e nuvole che intendevamo fare.

Ora, capitemi. Con tutta la buona volontà e pragmatismo scientifico trovo comunque assai improbabile credere che ogniqualvolta io debba fare delle foto il tempo decida improvvisamente e subitaneamente di mutare il suo corso solo per il lasso di tempo preciso in cui mi è concesso di dare mano all’obbiettivo.
Ho offeso qualche dio della sfiga? Avrò pestato la coda ad un gatto? Mi si è rovesciato un barattolo di sale? Devo andare a Lourdes?

E voi mi direte “E vabbè, che palle, rimanda alla prossima volta, ci sarà bene il bel tempo da qui a tre mesi, no?”
Sì, certo; anzi, sono pronto a scommettere che da domani tornerà un sole che spacca le pietre e che non se ne andrà per diverse settimane.
Perché? Perché il mio soggetto se ne parte domani per andare tre mesi in Argentina.

E così la saga della sessione fotografica infinita continua…

Il mio nome giappo?

Secondo questo sito di arcana saggezza il mio nome giapponese è Watanabe (near a crossing) Kazuma (one reality).

L’antro dei sospiri (di chi usa Firefox)

Tengai, carissimo, ci conosciamo da parecchio (internettianamente parlando), mi stai tanto simpatico ecc. ecc., ma il link al tuo blog io non ce lo metto finché su Firefox continua ad apparire così:
Il sito di Tengai su Firefox
Capiscimi, eh…

Sacrilegio!

Furto! Assassinio! Omicidio! Orange alert!
Chi ha bevuto una delle mie due (una, ormai) preziose Achel? Chi? CHI?

Oggi ho dominato l’universo

Per 20 minuti e 5 secondi per la precisione. Magari riprovo più tardi.