Magazzino di December, 2003

Non trovate che l’Alitalia abbia un logo scioccante? E` di una bruttezza kitsch (non mi si dica che amate il kitsch), molto anni 80… Io non mi aspetterei nulla di buono da chi rovina così aerei da milioni di euro.

Dice la Bibbia, e l’Alitalia conferma, “Beato l’uomo perché non conosce la sua ora”.
– Enzo Biagi, “Strettamente personale”

Buon Natale a tutti quanti!

Io vado a riprendermi dalla sindrome del tacchino ripieno…

Il recinto antico

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“Il recinto antico”, Montecchio Emilia, ottobre 2003

Ieri, dopo un mese di disperate ricerche (grazie Ubisoft Italia, ancora una volta dimostri di essere l’ultima ruota del carro del colosso Ubi) ho trovato l’edizione da collezionisti di Uru. Non esattamente quello che mi aspettavo, soprattutto la ’soundtrack’ che si rivelano essere quattro tracce appena e ascoltabili solo tramite apposita interfaccia; dico, nella cartella del gioco ci sono TUTTI i file audio in formato OGG Vorbis… cosa ti costa farmi ascoltare 4 tracce dal lettore cd? Mah.
Il diario invece è molto bello e penso che lo userò per i miei appunti personali nella parte live; ho anche ritrovato le cartucce marroni per la penna stilografica.
(Per chi non lo sapesse: non prendo appunti per la parte offline perché ero nel beta testing quindi ormai la so a memoria a furia di rifarla)
(E sto parlando solo degli extra dell’edizione speciale, non del gioco. Uru è semplicemente grandioso.)

E oggi, dopo una attesa di oltre due mesi, mi arriva un pacchetto della Cyan con realMyst, maglietta di Myst e cappellino di Myst. Sono nel paradiso di Myst.

Per queste cose, e per via di una email, oggi sono molto molto molto molto molto felice. Molto.

Ho riesumato un piccolo esperimento di scrittura creativa, una storia argentina nata per caso durante una discussione online con Ruggero, una sorta di round robin in tempo reale.

Continua la lettura delle lettere di don Milani e dello “Strettamente personale” di Biagi sul Corriere di qualche decennio fa.

Ho assistito ieri alla presentazione di un libro di fotografie su Canossa. Il lavoro di Giuliano Ferrari è una sorta di ‘reportage in costume’, un fotoromanzo in cui a sfondi storici delle vicende matildiche sono sovrapposti digitalmente i comparsanti delle varie manifestazioni rievocative che si svolgono in provincia.
L’effetto è molto coinvolgente, più del semplice reportage della fiera o della foto nuda e inanimata di mura e paesaggi.
Sul sito dell’autore è possibile vedere le foto del libro.
Fortuna delle fortune, per ogni partecipante c’era in omaggio una stampa del libro numerata e firmata, e l’ingresso era pure senza invito!

La sera poi visita a Giovannino, il mio para-nipotino, che diventa sempre più lungo e tra un po’ supera la mamma!

“Se dicessi che credo in Dio direi troppo poco perché gli voglio bene. E capirai che voler bene a uno è qualcosa di più che credere nella sua esistenza!”
(…)
“Ti ho fatto questa lunga citazione e lungo discorso perché se è possibile tu metta un dito su questo aspetto profondo e imprevisto del confessionismo scolastico: i suoi più accaniti difensori sono i cattolici di più vacillante fede.”
(…)
“Come facevo a spiegare che amo i miei parrocchiani molto più che la Chiesa e che il Papa? E che se un rischio corro per l’anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto d’amare troppo?
E chi non farà scuola così non farà mai vera scuola e è inutile che disquisisca tra scuola confessionale e non confessionale, è inutile che si preoccupi di riempire la sua scuola di immaginette sacre e di discorsi edificanti, perché la gente non crede a chi non ama; e è inutile che tenti di allontanare dalla scuola i professori atei perché anche loro non sono creduti dai ragazzi se non li adorano.”

– Dalla lettera del 10.11.1959 di don Lorenzo Milani a Giorgio Pecorini

Ho finito di leggere un libro di Enzo Biagi, “Una signora così così”, intervista-biografia ad una immaginaria attrice, Maria Berti, che confessa le sue passioni ed una visione del mondo piccola, ‘così così’, come la narratrice.
Per noi moderni sarebbe forse impossibile innamorarci di Maria come Gian Marco… ma che senso ha spezzare l’illusione?

Come molti di voi avranno notato sono una persona incostante… se due messaggi al mese possono considerarsi un “incostante” e non un “quando si ricorda”.
Lo stesso limite mi colpisce ahimè anche dal lato creativo/artistico, motivo per cui mi ritrovo a fare cento foto in una settimana per poi non scattare una immagine per mesi, inizio progetti e non li finisco (o lo faccio per il rotto della cuffia), creo storie che avanzano di un capitolo all’anno o saltellano dall’inizio alla fine senza trovare un senso logico.

Sapendo che è totalmente impossibile che io mi indirizzi in maniera uniforme su tutte le cose, cerco di darmi dei puntelli, che regolarmente sforo, ma almeno avvicinano la ‘data di consegna’ a tempistiche più umane.

D’ora in poi farò così anche per i racconti. Ho visto che portare avanti tante serie insieme è bello ma porta a pochi aggiornamenti degni di nota e, soprattutto, di lettura. Quindi formalizzerò quella che era da tempo la situazione attuale e cercherò in ogni modo di mantenere l’impegno: un episodio al mese di Lady Blonde, una tavola ogni una o due settimane di Legend Knights, stop a tutto il resto se non come sketch e appunti sparsi. Questo andrà avanti sino al termine di Lady Blonde, che poi sarà sostituita da un’altra serie già aperta, forse Regium Lepidi o Na Fir Chlis.

L’unica eccezione potrebbe essere Trondheim, il cui primo libro è pronto ma ha bisogno di essere riscritto per integrarsi alla storia di più ampio respiro a cui è legato l’intero Progetto Aurora. In questo caso non punterò sulla presentazione episodica come Lady Blonde ma salterà fuori il libro primo in blocco. Per la seconda e terza parte, e lo spinoff Starjigue, se ne riparla come minimo dopo la fine di Blonde.