Magazzino di August, 2004

Video to radio

Parli tanto di musica d’autore, di gruppi indipendenti, delle sonorità, della tecnica, del suono organico e dell’importanza dei testi. Parli tanto di come eviti la roba commerciale, dei gruppi creati solo per vendere, dei bimbetti carini che non sanno nemmeno cosa voglia dire musica.

Poi un giorno trovi la sigla di un vecchio cartone animato e ti ritrovi ad ascoltarla a ripetizione.

It’s a game, after all

Leggevo sul blog del Drago Grigio che qualcuno, apparentemente in un delirio di onnipotenza conseguente dall’aver lavorato con successo nel campo, ha scritto le regole per progettare con successo un mondo online.
Chi ha scritto queste regole direi che ha esemplificato in maniera esemplare il perché sinora nessun gioco online mi abbia mai veramente attratto (Uru a parte, ma infatti al giocatore online medio non è piaciuto).

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16 agosto, dead calm

Sarà stata la concomitanza di lunedì e di ‘giorno dopo ferragosto’, sarà stato che era il mio compleanno, sarà che Reggio non è mai stata particolarmente vivace d’estate, ma iera sera per trovare un ristorante ed un pub aperti abbiamo dovuto girare come dei disgraziati, telefonicamente per il ristorante e un po’ più materialmente per il pub.

La situazione di calma piatta era quasi irreale; nel momento in cui incontravi qualcuno per strada o ti imbattevi in un locale aperto sembrava quasi che stonasse con l’ambiente circostante, che lo stato naturale della città fosse il silenzio privo di luci dei vicoli e delle case e non il vociare allegro delle persone sotto le lampade.
Anche all’unico pub aperto che abbiamo trovato, nei tavolini all’esterno, colpiva di più il mezzo silenzio e tono soffocato degli avventori rispetto al clamore allegro che avrebbe dovuto provenire da loro.

La città d’estate rifugge la gente. La gente lo sa e lo teme.

Finché URU non torna…

Giovanni mi anticipa (ma non stavo dormendo su un pratino, bensì su una sdraio e rischiando l’insolazione) nell’annunciare Until URU, ossia l’attesissima versione shard di Uru così come era nella beta e che potrà essere tenuta in vita dagli utenti sino al giorno in cui Uru tornerà a svegliarsi.

Sul fronte italiano invece comincia a crescere la versione beta di The Neighborhood, il sito del forum omonimo dedicato ad Uru ed al mondo di Myst in generale, nonché al progetto di localizzazione italiana delle espansioni di Uru.
(A proposito: per chi è giunto qui cercando informazioni su TPotS e le espansioni, spero di esservi stato utile; a chi cerca soluzioni e suggerimenti invece consiglio di dirigersi verso il forum.)

There and back again

La settimana folgaretana si è conclusa, ahimè troppo presto, e in giro a pochi giorni lo saranno anche le vacanze, sostituite da studio e programmazione per una amena (ir.sub.) tesina in Java di Intelligenza artificiale.
Piccoli e gioiosi residui di vacanza, non propriamente eguali ad un souvenir ma certamente gradevoli, consistono in una bottiglia di Lagrein, un chilo e poco più di speck di Cappelletti (la macelleria trentina) e due barattoli di miele, rispettivamente di melo ed erica.
Un altro acquisto, non per me, dovrà aspettare il 29 (o più probabilmente il 4 settembre) per essere estratto dall’involto. Se l’interessato legge queste pagine forse capirà…

Nanni (il para-nipotino) è rimasto quasi sempre sullo zainetto portabimbi quindi siamo riusciti a fare qualche bella passeggiata, anche se certamente non particolarmente impegnativa. E` stata una piacevole scoperta vedere che la Baita Tonda ha riaperto (e offre degli ottimi canederli) e mentre il pupo dormiva mi sono concesso due piccole escursioni extra ai forti austro-ungarici della prima guerra mondiale.
Decisamente eliminata dal programma è stata invece la mountan bike: i percorsi sono anche fattibili dopo un po’ di allenamento, ma raggiungerne l’inizio senza automobile può costare un polmone a chi non è abituato ad andare in bici sui monti, che è cosa ben diversa dal girare per città o campagne.

Sinceramente mi servirebbe una settimana di montagna in più: non solo per tutte le passeggiate che non ho fatto per stare un po’ di più con i miei amici e con Nanni, ma anche semplicemente per fuggire dai 30 gradi umidi che offre la magione reggiana…

Partenze (ancora)

Dopo la nove giorni austriaca in quel di Techuana (che, nonostante quanto potesse sembrare dal post precedente, è stato uno dei campi più belli e divertenti che abbia mai fatto) si parte domani per una tranquilla settimana in quel di Folgaria, alla ricerca di un po’ di refrigerio e possibilmente di qualche percento di umidità relativa in meno.
Nonna sta stirando le magliette fatte col batik l’altro ieri; poi, se Eru vuole potrò finalmente chiudere la valigia e cominciare a caricare.

Partendo con quattro libri in valigia e una stanchezza addosso impressionante sarà una buona scommessa vedere se riuscirò a fare tutti i giri e le passeggiate che mi sono ripromesso o se più prosaicamente mi ridurrò ogni giorno a poltrire e sonnecchiare sul pratino più vicino.

Summer readings

Armato di palpebra calante e della cartina fatta da Théoden per il raduno nazIonale FeSToso 2004, indicante tutte le principali librerie di Bologna e loro location, mi avvio oggi insieme ad Aragorn_MDM (che dopo tempo innumerabile finalmente incontro dal vivo) in un giro di perlustrazione in cui poco manca che ci lasci il portafogli.

Dopo varie titubanze, confronti, mezze scelte, libri presi e poi riportati allo scaffale l’acquisto finale si è risolto in:
- “A hat full of sky” di Terry Pratchett edizione hardcover
- “The peoples of Middle Earth”, perché alla Hobbiton scorsa non c’era e meglio non rischiare ancora
- Due volumi di “Saghe Nordiche”
- un segnalibro con un gufo disegnato sopra
Tra i caduti sul campo meritano menzione “The Silmarillion” (in inglese), un libro di Ende ahimè dalla copertina rovinatissima e “Orlando” di Virginia Woolf.
Aragorn invece non trova ciò che cercava (la saga di Earthsea in edizione Nord) ma torna a casa anche lui con un lauto bottino.

Sfortunatamente alcune delle librerie meno mainstream e più fornite di materiale introvabile erano chiuse per la pausa estiva, quindi ‘purtroppo’ ci toccherà ripetere la sortita dopo settembre. Che sfiga, eh?

Electricity: is none in Techuana

Attenzione al non prendere troppo sul serio avvisi di questo tipo. Presi da ottimismo scout e abituati alle case di caccia italiane, dove può mancare tutto ma non almeno una presa, non avevamo seriamente pensato che la nostra casa fosse priva di elettricità e credevamo che la frase si riferisse semplicemente alla zona tende.
Dopotutto una persona che c’era stata poco tempo prima aveva riferito che lo shop aveva frigo e congelatore.

Il bello era proprio questo: lo shop e la casa del borgomastro la corrente ce l’avevano; la zona scout della casa, appena oltre la parete, no. Ora immaginate di avere comprato uno spanderno di carne e di averla portata, anche se in borsa frigo, comunque a temperature ambientali di circa 40° all’interno del rimorchio. Cos è la prima cosa che fate quando arrivate alla casa? Esatto, cercate il frigo per mettercela dentro.
Solo che il frigo non c’è.
E non c’è nemmeno la luce elettrica, solo una lampada a gas.
Non c’è proprio nemmeno una presa di corrente.

Panico.

Spenti i cellulari per risparmiare le batterie (mezze scariche: dopotutto pensavamo di ricaricarli sul posto) e richiuse al volo le borse frigo, chiediamo al capocampo se ci può mettere almeno la carne più deperibile in congelatore, mentre quella un attimo più resistente la usiamo subito e il giorno dopo. Purtroppo alcune cose non ce la fanno comunque: vai di decine di euro di carne che finiscono nell’immondizia.
In compenso il resto è nel congelatore, no? No. La moglie del capocampo ci ha messo la carne in un’altra borsa frigo, perché i loro congelatori sono occupati da cose ben più importanti, come i gelati e le porcherie da vendere allo shop.
E vai che ti inventi piatti su piatti di carne per coprire l’odore (che ha appestato anche la carne sana per semplice vicinanza) e si continua a rimaneggiare il menu.

E` stato un peccato perché se non fosse stato per quella carne persa probabilmente saremmo andati in pari con le spese, o anche un pochino in attivo. Mi compiaccio perlomeno che non siamo scesi ai livelli di un altro gruppo che è arrivato a comprarsi i caricabatterie per cellulare a manovella.

Sarà questione di ventilazione

Torno a casa, mi avvolgo nella cappa d’umido che avvolge Reggio (e pensare che negli austriaci lidi la sera ci voleva felpa e braghe lunghe), sconfiggo gli scarafaggi cattivi che hanno deciso di invadere la cucina a causa di una pesca andata a male, faccio la spesa per me ed i nonni, tutto questo sempre col rischio di morire dal caldo, e come ciliegina sulla torta si pianta il ventilatore di camera mia.

Quando arriva il 7?