Magazzino di September, 2004

Mixing news together

Come forse i due di voi che usano il feed RSS avranno notato, le news di Aurora Project e Lady Blonde sono state tutte convogliate in questo stesso blog. Per Lady Blonde è temporaneo, in attesa, che esca una 1.3 stabile di Wordpress col multiblog, mentre invece quelle di AP rimarranno.

I motivi di questo cambiamento (che nelle home page deve però ancora attuarsi) sono presto detti, e anche abbastanza semplici: per fare un feed delle news dei due siti senza dover fare il parsing della pagina principale, e per avere un archivio delle news passate senza doverle tenere tutte nella prima pagina.

Finalmente

Simona Pari e Simona Torretta tornano in Italia

Season 2

Incredibilmente puntuale coi tempi, parte oggi la seconda stagione di Lady Blonde.

La pinzatrice virtuale

Virtual stapler

Che palle i blog!

Un post che inizia così sul blog di una persona che (perdonatemi la ridondanza) ha un blog potrebbe sembrare alquanto strano. Invece ricade in quella categoria di post che viene indicata come rigurgito insensato scritto da chi non ha compreso niente del mezzo, della blogosfera, degli aggregator, del web semantico, del sarcazzo di sarcazzonia e chi più ne ha più ne metta (altri, più semplicemente, parlerebbero di invidia perché il blog ha pochi hit).

Il punto del post (post! che parolina dal sapore postmoderno; perché usare messaggio quando puoi dire post? Perché dire che hai scritto qualcosa quando puoi dire che l’hai postato?) è proprio quello: a me della blogosfera non me ne frega un cazzo! E quando vedo che i siti fatti bene e strutturati lasciano il posto ai blog mi viene una irritazione spaventosa, che peggiora quando mi vengon posti davanti dei dictat culturali, come quello che il vero artista si riconosce perché, invece di scrivere un racconto, scrive un post chilometrico. O peggio, scrive il racconto NEL post.

Ora, piove la critica. “Non hai capito un cazzo dei blog.”
Risposta: mi pare piuttosto il contrario. O meglio, il mezzo si è evoluto ed è andato ben oltre l’intenzione originale. Però il significato era chiaro: web-log, diario sul web. Già questo era un rovesciamento: il diario era l’oggetto privato per eccellenza; ma lo si è estremizzato ancora con l’idea che tutto va concentrato nel blog.

Qualche anno fa, se all’epoca tenevate un diario (informatico o meno), vi avreste scritto un articolo di taglio giornalistico? O un racconto? O un romanzo a puntate? O avreste usato il diario come album fotografico?
No: avreste scritto “Oggi ho scritto un articolo sul tal giornale, ho scritto un racconto che ho poi ricopiato in bella copia, ho pubblicato un romanzo, ho riempito l’album di famiglia.” Al massimo sul diario ci finivano due righe del racconto, le due foto più belle, magari con una didascalia.
Ora ci deve finire tutto.

Al blog ci sono stato costretto. Una certa persona (bastarda e fetente) mi ha rotto tanto le scatole che alla fine ne ho aperto uno. Ma la mia idea in merito penso (spero) di averla ben espressa sin dall’incipit: pensieri vari.
Leggo un blog, mi piace leggere pensieri, magari di amici e persone con cui sono in contatto, o persone con cui nasce un feeling di quelli che capitano solo online. Quando mi si comincia a dire che devo leggere il blog di questo e quell’altro perché ah come sono arguti, ah che pagine di intelligenza, ah ma se non leggi quello allora non sai niente…. basta. E` fuori, è troppo per me. Non me ne frega di conoscere altri blogger perché sono blogger, mi piace conoscere altra gente per quello che fa, indipendentemente dal mezzo.

Oggi ho trovato un link ad un sito (che non riporterò) che aggrega racconti e scritti online e post di carattere letterario. Tutto ad inserimento manuale, niente RSS o diavolerie. Però, cosa c’è tra i requisiti necessari? Che lo scritto che si invia risieda nel proprio blog.
Sapete cosa vi dico? Preferisco non essere letto; per quello bastano i metodi tradizionali.

Bardo-Ranger Elfo Caotico Buono

Che personaggio di D&D sei?

Well I stepped into an avalanche

Ha già detto tutto lui

(e un po’ anche loro)

Il kit del piccolo terrorista

Di spam me ne arriva tanta ma questa email direi che le batte tutte:

“You’re invited to shop for large selection of bombs and different kinds of rockets such as surface-to-air, surface-to-surface and weaponry available at reduced price. With the following types of rockets you will be able to commit terrorist attacks, destroy buildings, electric power stations, bridges, factories and anything else that comes your mind. Most items are in stock and available for next day freight delivery in the USA.
Worldwide delivery is available at additional cost. Prices are negotiable.”

Se però l’autore sta leggendo, gli consiglio di provare a contattare Tony di RealLife, potrebbe avere più fortuna.

Concerti e quant’altro

Parrebbe confermato: Caroline Lavelle aprirà la serata il 30 ottobre prossimo al Capodanno Celtico a Milano; l’evento sarà trasmesso in televisione da Rai Due.

A Traversetolo, più precisamente alla Fondazione Magnani Rocca, è stata invece messa in scena lo lauda “Francesco” di Angelo Branduardi. Premesso che non sono un gran fan della tecnica italiana di inframezzare balletti cantati con scene recitate (un musical, o rock opera se vogliamo, è altra cosa) è stato però molto bello vedere messe in scena le canzoni di “L’infinitamente piccolo”; la scelta di recuperare la tradizione del teatro sacro di strada mostra la voglia costante di Branduardi di portare il nuovo attingendo all’antico, tanto da iniziare lo spettacolo con le parole da lui stesso usate all’inizio della sua carriera: “Io sono il trovatore, sempre vado per terre e paesi; ora sono giunto a questo. Lasciate che prima di partirne io canti.”

Il giorno dell’acquisto del biglietto mi sono inoltre lasciato tentare (a metà prezzo! comprami, comprami!) da “El greco” di Vangelis, splendida suite musicale dedicata al pittore di origine ellenica divenuto famoso in Spagna col soprannome della sua nazionalità. I dieci movimenti spaziano tra varie influenze, da quelle elettronico-Mystiane delle prime tracce a quelle più spagnoleggianti e operistiche delle successive. Il pittore greco in una eco del musico greco.

Pillole di referrer

L’accozzaglia variegata di post che appare nelle visuali per mese o per categoria può confondere, e spesso lo fa, un motore di ricerca poco smaliziato che ancora non sa come gestire i blog e i loro contenuti distribuiti ‘per post’ piuttosto che per pagina. Prendo quindi a prestito il titolo da Zef e cercherò di mettere un po’ di ordine, magari dando qualche informazione utile qua e la.

soluzione di URU: è decisamente più bello cercare di risolverlo da soli che guardando un walkthrough, ma se proprio avete bisogno di indizi potete chiederli nel forum italiano di Uru oppure usare gli hint progressivi su Uru Obsession.

uru espansioni: To D’ni e The Path of the Shell in inglese, in bundle unico qui; niente ancora in italiano, ma ci stiamo lavorando

foto di hobbiton 11: qui, qui e qui; e anche qui

atrus blog scout: bravo, mi hai scovato

comprare realMyst: qui; se esisteva in italiano è fuori produzione da secoli

la saga di earthsea nord: ciao Fra!

area gioia e rivoluzione testo: qui, insieme al resto dei testi di Crac

film prigioniero mcgoohan produzione: magari ne facessero un film; penso però che McGoohan sia un po’ vecchiotto per riprendere la parte, al massimo tornerebbe come screenwriter e regista (il che implicherebbe tempi di produzione millenari, conoscendolo)

Caroline Lavelle e A distant bell: sito ufficiale, suo shop e CD Baby. Non avete scuse per non comprarlo.

recensione il giorno della civetta e riassunto le ore cunningham: sono talmente corti che potreste quasi fare lo sforzo di leggerli

aleph borges testo racconto: lo trovi in biblioteca o in libreria

progetti boinc: quelli attivi sono tutti elencati qui; al momento però solo Seti@home e ClimatePrediction hanno aperte le iscrizioni

A chi cercava invece negozi dark neo folk, maria teresa ruta gallery e personale-ail.o: mi spiace ma non so proprio come aiutarvi…

Un’estate al mare, per sempre

Forse il titolo è banale, citando la sua canzone più famosa e forse commerciale, quella che da due giorni si sente ripetutamente in radio e tramite la quale è commemorata da chi prima l’aveva disprezzata e ostacolata.

Però sceglierne un’altra sarebbe stato ipocrita da parte mia: nonostante le sue collaborazioni con Battiato e le sue scelte sperimentali, è principalmente con questa canzone che la conosco, e con questa canzone tanti in futuro si avvicineranno alla sua splendida voce.

Ciao, Giuni.

Che cossé l’amor

Che cos’è l’amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia
del viale del tramonto
all’ amaca gelata
che ha perso il suo gazebo
guaire alla stagione andata all’ombra
del lampione san soucì

che cos’è l’amor
chiedilo alla porta
alla guardarobiera nera
e al suo romanzo rosa
che sfoglia senza posa
al saluto riverente
del peruviano dondolante
che china il capo al lustro
della settima Polàr

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi
dell’arco di San Rocco
ma s’appoggi pure volentieri
fino all’alba livida di bruma
che ci asciuga e ci consuma

che cos’è l’amor
è un sasso nella scarpa
che punge il passo lento di bolero
con l’amazzone straniera
stringere per finta
un’estranea cavaliera
è il rito di ogni sera
perso al caldo del pois di san soucì

(cut)

Che cos’è l’amor
è quello che rimane
da spartirsi e litigarsi nel setaccio
della penultima ora
qualche Estèr da Ravarino
mi permetto di salvare
al suo destino
dalla roulotte ghiacciata
degli immigrati accesi
della banda san soucì

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi dell’arco di San Rocco
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey!

(Vinicio Capossela, “Che cossé l’amor”, Camera a Sud, 1994)

Humidity Bookshop

E` rito umano inevitabile il dover passare almeno una sera alla Festa dell’Unità (più propriamente detta dell’Umidità). Rito all’interno del rito, necesse est passare dalla libreria della festa e spenderci dei soldi. Anche quest’anno la natura segue il suo corso e mi ritrovo ad aggiungere i seguenti volumi alla pila LIRO sul mio comodino:
- “Orlando“, di Virginia Woolf (mi aveva già tentato a Bologna, e la carne è debole)
- “Lettere di don Milani“, che ho precedentemente rilasciato in BookCrossing e di cui stavo cercando una nuova edizione per la mia collezione (btw, nessuno sa se esiste una edizione recente della Lettera ad una professoressa?)
- “Viaggio in Portogallo” di Jose Saramago, di cui ho poco tempo fa letto La zattera di pietra, che per contrasto è un viaggio del Portogallo, più precisamente della penisola iberica che si stacca dall’Europa.

In lettura attualmente si trova “La via di Shackleton“, una analisi delle avventure antartiche del famoso esploratore britannico come esempio di leadership e formazione di una squadra ideale. Talune parti, soprattutto quelle di ‘applicazione pratica’, sembrano un po’ artefatte; la narrazione e l’analisi tecnica e psicologica invece sono molto interessanti e invitano ad approfondire la storia della Endurance e del suo equipaggio.

Colonna sonora omonima: “Shackleton”, Franco Battiato

Riprovare più tardi

Il sottoscritto è tornato da poco dalla tre giorni tolkieniana di Hobbiton a San Daniele del Friuli, si è perso il concerto dei Fiamma Fumana causa ospiti e malesseri non richiesti, e ha momentaneamente scollegato il cervello cercando di compiere un minimo di defrag delle connessioni neurali.
Chi cercava messaggi intelligenti è pregato di riprovare più tardi, grazie.